mercoledì 27 ottobre 2010

20 - 08 - 2007

Mentre i pneumatici solcano l'asfalto appena bagnato di segni che subito dopo spariranno, le spazzole di una loro lenta intermittenza tolgon dal vetro lo sporco di una strana mattina come questa. Rimango ovattato fra le frequenze di una radio che oggi non riesce a svegliarmi, a un palmo dall'aria che respiro.
In una gabbia di pensieri ancor troppo leggeri per prender forma, nella confusione di troppe immagini che compaiono ma non hanno ancora il corpo e la forza per arrivare a definirsi, rimango chiuso, distante, ancora troppo lontano dalle sensazioni che risveglieranno i sensi di questa giornata.

02 - 08 - 2007

Oggi va così...

Quanto è bello questo album,
forse uno dei migliori.
Ricordo ancora quando l'ho comprato,
quante volte l'ho ascolato...

Erano i diciassette o forse i diciotto,
andavo ancora a scuola a Cento,
la prima macchina, l'Y10 coi copri sedili neri,
ci avevo disegnato Fido Dido su quello dietro...

Quante volta l'ho ascoltato,
quando prender la macchina non serviva ad andare chissà dove,
era il viaggio quello che contava,
e sentire una nuova libertà,
e cantare una canzone ad un volume troppo alto
per poter sentire la tua stessa voce...
Era il viaggio che contava,
coi suoi chilometri d'asfalto che sordi ti passavan sotto.

Quante volte ti ho ascoltata...
fra le mie leggerezze,
col braccio fuori dal finestrino
e la mano aperta a toccare il vento;
nelle mie assenze,
mentre ad occhi chiusi sdraiato sul letto
lasciavo andare la mente;
nelle serate di una ragazza,
nelle giornate del tepore di un sole discreto,
o anche solo quando avevo voglia di cantarti...

17 - 07 - 2007

E mi ritrovo catapultato in posti che non conosco...

Inizialmente quando mi era stato detto che sarei dovuto venire a Siena non ero proprio contento. Troppo abituato ad uscire, a far comunque qualcosa o incontrar qualcuno, a scegliere i miei spazi vuoti costretto ormai dal fiato corto; la prospettiva di dover passare una settimana solo, in una città che non conosco e senza la mia gente era più un peso che altro. Le trasferte non mi dispiacciono, le trasferte corte intendo, in un certo senso stacchi la spina dalla quotidianità che accompagna settimane a volte un po' troppo piatte.

Mi son trovato, ad orari che non mi appartengono, la giornata lavorativa qua dura normalemte nove ore, succede quando i tempi stringon la cinghia su un giro vita che vorrebbe più spazio. Mi son trovato fra gente simpatica, fra caratteristeche strade di saliscendi di vecchie mura, ripidi viottoli che sfocian lo sguardo su timide piazze modeste e solitarie nella loro storia.

Così ieri ho disegnato la prima serata cenando in una tipica osteria da pochi tavolini improvvisati all'aria aperta, buttandomi poi a zonzo fra i dubbi rimasti a scegliere quale vietta imboccare, per poi finire su Piazza del Campo.
Di colpo mi son trovato immerso in un'atmosfera molto suggestiva, la piazza scendeva come una conca col punto più basso proprio al centro, e tutt'attorno gente seduta, sdraiata. Mille voci si perdevano fra le luci dei tanti ristoranti e bar che la circondavano, piccole terrazze di mormorii seduti a guardarla, ed una fisarmonica ad accompagnare le vite sospese delle persone rimaste legate a quel momento staccato dal tempo, a quella bolla che non lasciava spazio a nient'altro se non a sè stessa.
Avvolto, è così che mi son sentito in ogni momento, in ogni passo che muovevo, nessuna piazza mi aveva mai fatto quest'effetto, erano gentili e piacevoli i rumori, delicato lo stare delle persone, piacevole la modesta sensazione che pian piano si muoveva verso di me. Avvolto, nessuna piazza mi aveva mai avvolto.

Stasera ho ritoccato il programma, l'hotel Villa Liberty è vicino al centro ed allo stesso tempo vicino alle mura della fortezza, dove diversi giovani vanno a correre, e così appena tornato in hotel mi sono infilato una maglietta ed i pantaloni gialli da capoeira e via. Era tanto che non correvo e ancor più tempo che non lo facevo senza la compagnia della musica, era tanto che non rimanevo compagno del mio respiro, ed è stato bello correre in luoghi nuovi, con nuovi compagni sconosciuti.

... ed ora una sigaretta e un saluto a Piazza del Campo.

13 - 07 - 2007

Tiro l'ultimo respiro di fumo, prima di spegnere la sigaretta, prima di prepararmi per la serata; rimango a guardarlo mentre leggero si alza fra la tela della zanzariera e quel che resta dei biondi campi trebbiati, del verde granturco non ancora maturo.
Gioco a sfocare il piccolo reticolo fra giallo, verde ed azzurro;
gioco a riportarlo agli occhi...
e come sarebbe se quei piccoli quadratini si staccassero come tessere di un puzzle, come sarebbe se senza troppi legami cominciassero disordinatamente a muoversi, sparpagliarsi, per poi rimanere nel posto che più gli piace, così...
senza ordine,
senza senso...

e come sarebbe guardare un campo senza figure, un campo di soli colori,
senza i confini del cielo...

E come serebbe ogni tanto riuscire a perdersi...
come mi piacerebbe poter perdermi nelle ore del mio orologio, un minuto, un'ora...
e viver attimi senza senso,
attimi di sensazioni nuove,
di nuovi colori...



... e rimarrò fra il volante e la strada,
complice di un veloce scivolare che mi lasci a un attimo dal tempo,
con la musica alta,
a riproporre alle vene nuovi battiti,
a perdersi dai troppo fisici ritmi del cuore...

07 - 06 - 2007

Le ruote scorrono alzando il bagnato rimasto fra me e l'asfalto,
metro dopo metro continua il rumore,
quel continuo fruscio dell'acqua che si alza...
e ribatte a terra.
Serenata di un giorno appena cominciato,
al quale non rimane che portarsi dietro il suo solito andare avanti...

Oggi è andata così,
in un momento ho deciso di prendere la macchina, senza nessun motivo...
una buona colazione al Meridiana e poi in ufficio,
un giretto su UTube...

E quasi per caso torno all'estate del '98,
quando la sera uscivamo contando sull'autostop delle dieci
e tornavamo in camper alle otto del mattino per dormire fino a quando il caldo ci svegliava...
Quando si cantava saltando sopra a una canzone
nelle notti della capitale del vento...



Quanta acqua ha bagnato l'asfalto da allora...

21 - 05 - 2007

C'è chi su una scia posa un desiderio,
affidando alla fugacia di un momento una speranza.

A chi stasera nel buio ha perso i suoi sguardi
in un cerchio di ragazzi che ridevano;
a chi ha vissuto una serata su di una musica
che si perdeva nel silenzio dei campi;
a chi ha mostrato il proprio viso
nei colori delle calde tremolanti luci di un falò;
a chi è rimarsto fra il cielo ed il chiaccherare della gente
appeso ad una fresca serata di Maggio;
e a quelli che con me, con la scia di una stella,
hanno firmato il chiudersi di un bel weekend...



Buonanotte

14 - 05 - 2007

Ci son due verità,
la verità comprovata dai dati di fatto che la determinano
e la verità che noi vediamo, quella nella quale crediamo.



Ci son due verità,
la prima è indiscutibile,
la seconda per quanto discutibile possa essere
è quella che più difficilmente cede.

27 - 04 - 2007

E meraviglioso è partire, fare un viaggio...
le chiacchere sulla musica, e le canzoni che in sottofondo scivolano via come la mezzeria ti passa a lato e si perde dietro te.
Fermarsi per godere una bella giornata fra le strade di un posto che non conosci, camminare fra i passi di mille altre persone che dondolano sulle sette della sera...
ed il relax di un aperitivo.

Meravigliosa è la gente che entra ad un concerto...
e le bancarelle, venditori di ricordi, venditori di un "Io c'ero" che non potrai dimenticare.
Le luci che lente si abbassano mentre l'emozione cresce,
e la musica che soffoca i pensieri, quando pubblico e cantante fondono in un unico suono che sovrasta ogni cosa, un suono che ti avvolge.





Io c'ero...
e c'erano anche
Cifa, la Dory, la Tony e la Prissy

Perugia,
21 - 04 - 2007

Harding Meyer


23 - 04 - 2007

E mi ritrovo in un minuto,
avaro divoro il tempo,
non contento cerco di riempirlo in ogni attimo,
mi lascio spazi vuoti,
lascio spazi aperti,
per entrare meglio in quello che verrà;
non c'è storia senza prima innamorarsi,
e l'attesa è un po' come innamorarsi.

Tramonti,
stelle,
notti che consumano i giorni,
e mi ritrovo ora,
con addosso l'odore di quel che è stato,
gli occhi sporchi di ricordi ancora freschi,
colori che vaghi svaniranno...
si svaniranno.
Rimarranno storie da raccontare,
cinque minuti di parole per tornare a sorridere.

Scendo dalla macchina,
chiudo il cancello,
me lo lascio alle spalle.
Alzo il viso,
rami spogli tagliano un cielo nero di poche stelle,
i piccoli boccioli viola rosato rubano il riflesso di una debole luce,
si perdono poco prima del nero.
E in un momento non ho più bisogno di nulla.

04 - 03 - 2007

E torno seduto,
il volante preme sul palmo della mano sinistra,
indice e medio ne seguon la curva
la pressione si sposta,
le dita si alzano
l'anulare da sotto non perde il contatto,
un piede che gioca,
si abbassa
delicato accompagna la spinta...
un attimo...
lieve si alza e di colpo torna giù,
la musica è alta,
e ci son sere che più di altre son solo di certe canzoni,
la strada è libera
ed il buio diventa complice,
è bello guidare così...

quando la strada è tela dei tuoi momenti,
ogni volta diversi
rimanendo lei comunque la stessa,
quando la musica spinge sul respiro,
rilassa una pausa...
la tensione allenta,
e di colpo riprende a premer sullo stomaco,
quando senti l'energia uscirti dalla gola
e la mano continua a premer sul cambio per non perdere il momento giusto,
è bello guidare così...

quando arrivato al cancello di casa,
decidi di non fermarti perchè la canzone non è finita
e tu la vuoi sentire ancora un'altra volta.



E torno col viso al cielo,
a guardare un'insolita ombra sulla luna,
torno a concederle un momento,
proprio come quando qualcosa di bello ti passa davanti agli occhi,
proprio come tutte quelle cose belle che almeno per un po' vuoi stare a guardare...

e l'ombra continua il suo giro di luna,
ed io continuo solo,
sulla stessa finestra,
fra il fumo della sigaretta,
e la musica che non volevo lasciare andare a dormire...






Quello che hai non te lo possono rubare,
non possono nemmeno sentirlo...

Stai facendo la valigia
per andare in un porsto dove nessuno di noi è mai stato,
un posto nel quale bisogna credere
perchè possa esser visto...


What you got they can't steal it,
no they can't even feel it...

you're packing a suitcase
for a place none of us has been
a place that has to be believed
to be seen...


U2 - Walk on

02 - 02 - 2007

Eppure sentire...

E' strano...
come la musica possa prendere un momento tuo e cambiarlo, strano...
come ti porta a veleggiare fra mille pensieri così vaghi che non puoi neanche toccare, sfiorando le sensazioni di quello che potrebbe esserci dentro, senza riuscire a intravedere.
Ti ritrovi la mente dondolante fra le sue melodie, e ti prende anche il tuo esser padrone di te stesso, ti lascia a un alito dal mondo che potresti toccare... potresti.
E continui a dondolarci dentro,
un serpente succube del suo incantatore che chissà, potrebbe reagire? Vorrebbe reagire?

E' strano come il suono di parole neanche tristi ti lascino così,
come malinconico.

E ti trovi con solo il davanzale della finestra a fermarti dal buio di un cielo che lascia perder lo sguardo, leggero più del fumo della sigaretta che ti consuma la canzone, con gli occhi lo segui alzarsi, per dissolverti con lui dove la notte lo inghiotte.

a un passo dal possibile...

28 - 01 - 2007



Mojica, Luca
- Sicilia Tour 1990? -



Un breve ritorno,
spesso il passato si confonde col presente, nei miei giorni.
sorrido, proprio l'altra sera, curioso delle chiacchere di una ragazza che conosco, mi son fatto il tema natale via web; non pretendo chissà cosa, non credo neanche tanto a quelle cose,
Beh...
ha delineato tratti che in effetti non mi sono poi così estranei, la presenza frequente di riferimenti al passato è uno di questi.



Pensieri,
ricordi,
favole e sogni,
storie ridisegnate sulle parole che le raccontano,
storie d'amori,
emozioni volate fra le ombre della notte,
ormai sfocate dal perdersi del tempo;
storie di notti insonni,
scivolate fra risate, e sorrisi,
sugli scogli ad aspettar l'alba,
a far notti più grandi di noi,
solo perchè troppo grandi da fare;
racconti di amici di due settimane e via,
e ritornare alla quodidiana leggerezza di aver sedici anni,
a lettere, a messaggi e telefonate,
e la gara del ritrovarsi,
la gara del ritorno a quelle due settimane d'estate,
la gara dei ricordi...
e tornare ancora assieme un anno dopo, proprio come in un film...
e tornare ad essere amici di due settimane e via...



... una foto sfocata dal perdersi del tempo.

01 - 12 - 2006

Ho trovato un asciugamano bianco
pieno di firme, pensieri e dediche,
di inchistro ormai sbiadito.
Ho trovato un asciugamano di ricordi
alcuni vivi, altri forse da cercare,
e altri ancora sfumati dal tempo.

Non ricordo esattamente l'anno, e non voglio buttarmi in giri strani per scovarlo, non ora; ne ricordo l'etichetta; Santa Tecla, Acireale.
Era l'anno della prima volta e l'asciugamano era il rito finale. Era l'inchiostro che chiudeva le emozioni di due settimane, ed i momenti che non dovevano finire con la data di scadenza.

Ho trovato un asciugamano bianco,
l'ho trovato nel cassetto dei ricordi,
e chissà in quale cassetto
sta aspettando d'esser trovato.

24 - 08 - 2006

E lasciar correre i pensieri...

... per poi saper quel che sai già,
che comunque si ha bisogno di un sogno...
anche frivolo che sia.

22 - 08 - 2006

Così stamattina dopo aver perso la prima opportunità d'arrivare a Bologna, mi son trovato a dover aprir la piccola stazione dalla quale parto. I pensieri non faticavano a trovare il loro posto, ero solo. "All because of you" accompagnava il mio risveglio; seduto sulla panchina del secondo binario fissavo i cartelli che sporchi dei tanti treni passati, in due lingue suggerivano di non attraversare i binari...
binari...
Mentre la calda luce di un giorno nuovo di taglio giocava con le ombre delle colonne, binari...
partivano grandi sotto i miei piedi e più volgevo lo sguardo all'orizzonte più le due parallele, precise come mai, si avvicinavano l'una all'altra, sempre più piccole fino a nascondersi nella lontana nebbia, dissolvendosi.
Così le immagini giocavano coi pensieri, e nebbia divenne vapore, in un futuro celato, però sicuro di quella certezza, quella precisione per la quale quei due binari mai si sarebbero allontanati l'uno dall'altro.

E di poche vite perse in sè stesse pian piano si popolava la stazione, e solitarie come le mie immagini, lente, una dopo l'altra ne accompagnavano il risveglio.

07 - 08 - 2006

Tornavo sui passi verso la porta di casa, dopo aver chiuso la macchina in garage avrei dovuto salir le scale, ma ieri, come ogni altra sera, ho allungato i tempi. E' un po' di tempo che succede.
Che quel giardino che tanto tempo ho vissuto quand'ero piccolo e poi abbandonato stia continuando in un qualche modo a cercar la mia compagnia?
Che io riviva nelle sue immagini la serenità di un momento trascorso?
Non capisco il fascino che mi sorprende alcune sere ma come in un legame magnetico mi sento attratto dall'invisibilità di un qualcosa che non riconosco, qualcosa che in quell'attimo mi lascia fermo, inerme, mi trattiene.

Camminavo tra la ghiaia e l'erba appena tagliata ieri sera, e quasi a cercar una scusa per rimanere ho tirato fuori dal pacchetto una sigaretta.
Solo in mezzo agli alberi, lasciavo cenere e fumo svanire mentre un'atmosfera quasi irreale lasciava spazio solo a sè stessa. La luna non aveva ancora finito di vestirsi di tutti i raggi del sole, chiara e limpida spargeva argento su una lunga nuvola grigia che da sotto ne coglieva i colori...
più sotto ancora, le nere sagome della campagna contrastavano il cielo.

... come essere in un quadro di Magritte.

01 - 08 - 2006

Penso che a volte, forse troppe volte, non sia poi così facile far arrivare il messaggio che vorremmo arrivasse; ci son sempre troppe esperienze personali, troppi preconcetti che filtrano le parole e le caricano di colori e significati diversi da quelli che veramente possiedono.
E' un po' come se andassimo in un museo e ci mettessimo a guardare un quadro, è raro che uno si limiti a guardare il quadro, in particolar modo quando ci si trova davanti ad un'opera famosa; ben più facile è vivere la stessa esperienza e veder colori, toni, contrasti e linee, influenzati da "esperienze" che potrebbero comunque esser fuorvianti. Quanta fiducia riponiamo nell'esperienza?
Così potremmo aver di fianco una guida, ricordare le parole di una lontana lezione di storia dell'arte, o magari da bravi self-made man, aver speso un po' del nostro tempo a cercar notizie sparse a riguardo.
Ma quanta "verità" c'è in quello che sappiamo a priori? Quali "verità"?
Siam sicuri che le verità dell'esperienza combacino e sovrappongano le emozioni di una mente persa in sè stessa nel momento in cui evolve in creazione?
Fondamentalmente credo che a volte la cosa migliore sia solamente sostare di fronte all'opera... e lasciarsi trasportare.
Non ho mai saputo chi fosse Amore e mai chi fosse Psiche, e mi son sempre guardato dal cercarne informazioni, ma quando vedo quell'opera... mi limito a rimaner impressionato per come una pietra possa assumere linee così morbide, per come abbia mai potuto "qualcuno" render così dolci i passaggi fra ombre e luci...
e mutar pietra in emozione.
A volte le proposte dell'esperienza son carine, interessanti, molto spesso accattivanti, altre volte mi hanno fatto schiavo.

Non so fino a che punto, metaforicamente parlando, il paragone possa rivestire l'immagine dei nostri pensieri che escon dalla nostra bocca...

So solo che è capitato, e sicuramente ancora capiterà, che il pensiero si sia trovato a mutare colori di parole, come l'esperto potrebbe mutare il mio modo di vedere.

26 - 07 - 2006

Ci son giorni nei quali sembra che qualcuno si sia preso il disturbo di bussare alla nostra porta col solo intento di consegnarci il suo test migliore in busta chiusa, "Apra e legga, la soluzione dovrà consegnarmela ora!".

Ma non ci son porte a nascondere il volto dell'esaminatore, e nessuna busta da aprire, solo un esame a sorpresa, e proprio nel giorno in cui non sei pronto.

Non avresti mai potuto esser pronta, non per una prova del genere, si son solo limitati a consegnartela, consapevoli del fatto che ti avrebbero colta impreparata, e non ti è stata concessa la possibilità di uscire dall'aula.
E non avrai amici ad allungarti bigliettini sotto il banco, non ci saranno perchè anche loro non avrebbero avuto risposte nè soluzioni.

Avrai però amici ad aspettarti fuori dalla porta,
amici che vorrebbero anche solo sederti accanto mentre ancora leggi incredula quelle righe,
amici che vorrebbero aver parole,
avrai amici vicini.



Non sempre ci sono...
ma alcune volte lo vorrei davvero.
Ciao D.

24 - 07 - 2006

Sdraiato a pancia in basso su un telo da spiaggia, poco prima che la collina cominciasse a scendere più ripida verso la città, trovavo lo spazio non concesso ai pensieri.

Le luci di San Luca a sinistra ed alcune candele accese sull'altro lato stemperavano un buio che lasciava spazio a due o tre sagome d'alberi neri.
Così sensi e sensazioni vagavano persi fra le brezze di una strana atmosfera.

I sordi borbottare di piccoli gruppi di persone alle mie spalle si mischiavano confusi, parole s'aggrovigliavano poi fondevano nell'aria.

Qualche filo d'erba un po' più alto tagliava l'immagine delle lontane luci che tremolanti rivivevano della notte di Bologna.
E fili d'erba di tanto in tanto a sfiorar la pelle.



- Di un Giovedì sera [ 20 Luglio 2006 ] -

28 - 03 - 2005

Siamo riflessi nel buio.
Ci muoviamo al tempo del vento,
come luce di stella,
d'intermittente incertezza.

22 - 03 - 2005

Quel che abbiamo di noi

Una telefonata, un appuntamento... sereno.
Complici del nostro vagar senza meta, complici di noi stessi.
Il caldo sole incoraggiava il nostro ridere, di canzoni trascorse in macchina a squarciagola, di un Battisti tentato, un Mango accennato, di Cranberries inventati.
Giornate piene, di fraterni momenti, di sorrisi che vaghi e incerti davan consenso a quel che eravamo, a quello che ora, abbiamo di noi.

E sigarette consumate in salotto ad ascoltare un chiacchierar di sogni, progetti, e quotidiane emozioni.
E lettere, lacrime, paure...
un momento, un attimo, uno sguardo...
svanire in un sorriso.
Lento consumava i suoi passi, un giorno fatto noi.



Grazie D.

18 - 01 - 2005

Ancora sporco del tuo odore, rivivo una scena vissuta.
Nella penombra di una luna che fa capolino fra le nuvole, fuori dalla porta di casa, immergo il viso nei tuoi capelli. Il tuo momento è posato sulla mia spalla, il mio sente il tuo corpo su di me. I tuoi capelli mi carezzeno, respiro un intimo abbraccio.

11 - 01 - 2005

La tua corsetta che volge al portone, un sordo tonfare di ciabatte risuona nell'asfalto di una notte ormai silenziosa. C'è pace, respiro ancora la serenità in quel suono.

- Da una notte di un lontano millenovecentonovantatre -
... un sorriso Dani.

30 - 11 - 2004

Camminando

Sono le sei passate da poco questasera a Bologna.
Mi ritrovo a passeggiare con te, appena uscito dal lavoro, e mi lascio il mondo alle spalle.
L'aria non è pungente, non è fastidiosa, ma fredda quel tanto che basta a farci sentire più caldi nel nostro parlare a bassa voce.
Passi complici di un'intimità che in fondo gli appartiene, un lento camminare, su strade bagnate dei riflessi che precedono il Natale.
Giriamo sulla destra, svoltiamo su una strada, e ci lasciamo alle spalle luminose e borbottanti bancarelle colme di dolci, sciarpe, guanti e statuette. Si apre una strada di sanpietrini tagliata in mezzo da una fila di alberi; un mondo di foglie gialle calpestate da chissà quali ombre rompe sulle vive luci che si rincorrono sulla strada bagnata. Nessuna parola, in un nostro silenzio, nella tasca del mio cappotto tengo una mano coperta da un morbido guanto di lana bianca.

30 - 11 - 2004

In una notte come tante

Insistente, il leggero ticchettare della pioggia rompeva nel silenzio delle ombre, in ogni piccolo rumore era chiuso un racconto, alcune gocce si rompevano sul vetro di una finestra lasciata aperta, altre si confondevano fra l'acqua ormai trascorsa.
Era notte fonda ed i miei occhi si erano ormai abituati alle fioche luci che facevano rivivere la stanza di vaghe silhouettes. Ogni cosa si tingeva di un buio freddo, ed il continuo ticchettare era divenuto sottofondo della mia consapevolezza di esser unica comparsa di una percezione molto particolare. Ero in quel momento, nessun pensiero. Come una regina, una profonda quiete ammirava la scena, controllava senza problemi ogni singolo elemento. La mia mente era libera e libera vagava in quello strano sentire, viveva un momento. Nessuno spazio era dato al pensare, seppur sobrio e leggero ogni minimo pensiero avrebbe rotto quella sensazione, e quella notte, in quel breve ed eterno momento, la magia era la percezione di un lento ma fuggente presente.
La fredda camera si faceva timida, nel percepire il calore che sentivo, rimaneva in disparte e continuava a guardarci, seduta, dal suo angolino. In quel momento niente più aveva luogo, ogni elemento cessava il proprio esistere, ogni cosa sfumava fondendosi con il resto.
Eravamo soli, mi tuffavo nel calore dei nostri corpi, quel calore tenuto intimo, avvolto di una pesante ma leggera coperta. Eri proprio di fianco a me, ed io me ne rimanevo voltato su di un lato a guardarti nel sonno; mi offrivi la schiena e gentile posavi il tuo dormire su di me. Eri leggera e delicata al tatto, i lunghi capelli mi coprivano la spalla, e la quiete del tuo respiro graziosa parlava nella notte. Un viso rilassato, dolce, ingenuo viveva di un sognare non più concesso. La guancia sul tuo capo mi concedeva nuovi odori, e colmo ne era il respiro. Indossavi un pigiama chiaro di cotone, trapuntato da margherite color sabbia, un morbido panneggio ti avvolgeva. Incerto, in una delicatezza forse un po' troppo sicura con le dita della mano lento mi sono avvicinato, sempre più vicino, e giunto a sfiorare il tiepido velo, una carezza. Sentivo le dita non toccare il tuo corpo, delicato il cotone scivolava sui polpastrelli e carezzava la tua pelle...

17 - 11 - 2004

Capita...

capita di persone,
persone poco presenti.

Capita...

capita a persone,
persone non tanto presenti.

Capita...

capita che senti qualcuno,
e lo senti come lo senti.

E non credo in Dio,
e non credo nella Chiesa...
credo negli angeli.

Angeli,
angeli di tutti giorni.
Angeli,
angeli che non sanno d'esser angeli,
che nel loro gentil vivere,
nel loro pacato vagare,
arrivano,
e sfiorano.

E così capita...
capita che un angelo ti ha sfiorato,
capita di favole alle quali vorresti credere,
capita di una favola che ti sei inventato.
Capita di un sogno che vuoi sognare,
capita che un angelo è tornato a volare.

E ripensi,
ad un piccolo gesto,
che da nulla è notato,
ad un piccolo gesto che per lui è contato.

Ed ora,
diverso da me stesso,
noto di un angelo che passando ha sfiorato.
Ed ora,
chiedendo permesso,
ringrazio un angelo,
che a nuovo compito è stato assegnato.

Dedicato ad una leggera confidenza,
che tanto ha contato.



... Grazie Giorgio.

25 - 10 - 2004

Guardavo...
guardavo dentro agli occhi del bambino,
cercavo...
le parole di uno sguardo,
ho chiesto ai suoi silenzi,
ho studiato i suoi momenti.
Ho visto...
ho visto aria,
e luci e tenebre a mutarne i colori,
e non ho capito,
ma niente doveva essere compreso...
era lui,
semplicemente lui,
coi suoi occhi a guardare.



E probabilmente,
anche lui studiava,
cercava di capire,
o forse parlava.

06 - 10 - 2004

Attimo,
l'attimo in cui un respiro
calma un battito,
l'attimo nel quale muscoli tesi
rilassano in tensione,
l'attimo di uno sguardo,
che gela,
muta il reale,
sciogliendolo in scena...

Tutto è lento,
troppo lento,
e guardo...

e sono attore e regista della stessa scena...

29 - 09 - 2004

Nelle ombre del passato,
delle luci che hai lasciato

nelle note di una canzone,
rivivendo un'emozione

di un sorriso che ricordo...
di un sorriso ormai sordo.

29 - 09 - 2004

Segni,
disegni,
sul fango rimarranno orme,
fino a quando seccando,
mostreranno una loro fermezza,
mostreranno il loro
voler essere...

fino a quando acqua,
non le dissolverà
nuovamente in fango...

ed un foglio bianco,
pronto ad accoglier
nuovi segni,
e nuovi disegni...



... un sorriso ad Alessia

23 - 09 - 2004

Le luci del giorno calano,
di un potente rosso si scaldan le nubi,
ed una brezza carezza i biondi campi...

l'azzurro si spalma con il viola,
poi il rosa,
poi l'arancio...

ed il silenzio è potente...

ma la strada è ferma,
e ferma attende...

solo,
solo e sola è lei,
la strada attende...



Creed - My sacrifice

04 - 08 - 2004

Timido un respiro,
leggero un soffio,
come delicata carezza
sul mio viso.

Intime distanze,
dolce l'imminente pensare,
che vago cedeva spazio
al sapore di un momento.

Le labbra sfiorarono,
gli occhi si chiusero,
e tutti i sensi divennero uno.

Labbra a toccare,
labbra a guardare.
Labbra che ascoltavano,
e timide parlavano.

02 - 08 -2004

Il silenzio di mille parole.

Sono in piedi,
attorno il vuoto, nulla...
diritto,
a capo alto guardo di fronte a me,
lo sguardo fissa qualcosa,
ma nulla vedo,
nessun rumore,
solo il mio corpo ancor fiducioso,
solo uno sguardo ancor pieno, pieno di tutta la voglia di trovare...
... un suono che riempa il silenzio di mille parole.