mercoledì 15 ottobre 2014

13 - 10 - 2014

"Scusa? Arriva qui il treno per Bologna?"
Alzando lo sguardo, gli occhi di una giovane ragazza vividi dell'energia leggera ed innocente di una studente ancora a cavallo dei propri sogni, di fianco a me rimanevan fissi sui miei in attesa di risposta, con una naturalezza disarmante del tutto incapace di suscitare imbarazzo. Alta circa quanto me, con aria sbarazzina ed un fare casual quanto i vestiti che indossava mi guardava rivelando un sorriso trattenuto, avvolto come lei dalla sciarpa dei mille colori che morbida le cingeva il collo.
"Sì, dovrebbe arrivare qui salvo sorprese. I tabelloni ancora lo danno al primo binario."
Non credo le interessasse davvero l'informazione, probabilmente quella era solo la premessa per dar sfogo alla sua vera intenzione, forse il bisogno di condividere qualcosa che in quel momento lei sentiva accomunarci.
Faticando ad attendere la fine della risposta era riuscita a malapena a trattenere lo smanioso sorriso che covava dentro fin dal momento in cui si era avvicinata a me. Di colpo incontenibile le esplose sul viso irradiandola di una bellezza genuina che solo sul volto di un bambino si può ammirare.
Non lasciando spazio alle normali pause di un dialogo, sembrava volesse divorare il tempo nell'evidente incapacità di frenare la voglia di comunicare.
"Comunque quello è un libro fantastico!" mentre continuava a fissarmi, velocemente abbassò lo sguardo sul libro che tenevo aperto fra le mani, quasi a cercar conferma, "Shantaram vero?"
"Sì"
Ancora una volta senza lasciare spazio al tempo, "E' un libro fantastico! Ci ho messo un po' a leggerlo ma è un libro fantastico."

Fra la confusione dei ritardi di numerosi treni nella stazione di Padova, in quel momento, alle otto di sera, immerso nelle pagine di un libro ero intento a svelare la storia nascosta nelle parole che sarebbero seguite. Inconsapevole, mi stavo tuffando nell'esperienza che aveva acceso, a quella ragazza, il bisogno di condividere le emozioni che le aveva suscitato.
Salutandomi si diresse verso la panchina sulla quale eran sedute le sue tre amiche, volgendomi sui primi passi, ancora quel sorriso sfocato solo dal suo sguardo deciso.